Ho incontrato “Il libro nero dell’agricoltura” per caso, sono stato attirato dal titolo un po’ in stile spy story e ho deciso di dargli un’occhiata. Alla fine l’ho letto tutto e sono rimasto molto soddisfatto.
Il libro nero dell’agricoltura, pubblicato nel 2012, è un’inchiesta sull’agricoltura moderna, sulle sue caratteristiche e sul suo impatto sul nostro Pianeta. Il testo si compone di 17 capitoli, ciascuno dedicato ad un argomento specifico. Ho trovato questa organizzazione del testo molto pratica, perché consente di trovare rapidamente le pagine che interessano senza dover ricorrere a segnalibri di vario genere. L’autore, Davide Ciccarese, un ricercatore di microbiologia ambientale con una specializzazione sulla modellizzazione di sistemi ecologici, non rifiuta per partito preso il progresso in ambito agricolo, ma fornisce dati inequivocabili: la popolazione mondiale è in costante aumento, gli spazi da coltivare diminuiscono, gli insetti impollinatori stanno soffrendo, l’uso della chimica in agricoltura procura danni spesso irreversibili ai terreni e alle falde acquifere. La strada imboccata è senza ritorno, se vogliamo estinguerci come razza umana possiamo continuare così perché siamo sulla buona strada.
Alcuni capitoli trattano argomenti che ho già incontrato in altri testi (la rivoluzione verde, le fabbriche di animali), altri invece affrontano questioni più particolari (il consumo della terra, il land grabbing, la grande distribuzione dis-organizzata). La grande distribuzione in realtà viene chiamata in causa più volte nel testo, in quanto l’autore le addebita il fatto di aver creato volutamente una distanza abissale tra agricoltori e allevatori da un lato e consumatori finali dall’altro, allo scopo di far perdere ai propri clienti quella consapevolezza dell’alternanza delle stagioni e della ciclicità dei prodotti. I supermercati offrono i prodotti sui loro scaffali 12 mesi all’anno, le fragole a gennaio, le arance d’estate, per loro le stagioni non esistono, e quindi è bene che il consumatore non incontri il produttore che potrebbe sollevare qualche dubbio sull’eticità e sulla reale convenienza dei prezzi particolarmente bassi che la grande distribuzione è in grado di offrire.
Al lavoro nero è dedicato un capitolo intero, perché un prodotto che nasce da un terreno di violenza e schiavitù non può essere un buon prodotto, è un alimento che non merita di arrivare sul mercato. “Alimentare la vita sfruttando la vita è una malattia grave, un cancro diffuso, che si accompagna alla mancanza di rispetto per il Pianeta e genera un danno permanente, rendendoci tutti complici di un reato”
Ciccarese insiste sulla necessità di adottare urgentemente una svolta, adottando pratiche in ambito agricolo più rispettose verso il nostro Pianeta, favorendo il biologico, sostenendo il km zero, tornando a trattare la terra come un essere vivente e non come una materia prima da sfruttare senza alcun limite. Ritengo le sue posizioni molto vicine a quelle di Vandana Shiva, ambientalista indiana di fama internazionale che combatte da anni per il ritorno a pratiche più sostenibili per il nostro Pianeta.
Arrivati alla fine de Il libro nero dell’agricoltura è oggettivamente difficile arrivare a conclusioni diverse da quelle di Ciccarese, anzi viene da domandarsi come mai chi è in posizioni di comando non consideri tutto questo e non si adoperi per eliminare queste pratiche autolesioniste per il genere umano. Evidentemente non siamo in grado di operare scelte sul medio-lungo periodo, ma questa incapacità di vedere al di là dell’oggi potrebbe costarci molto cara.
Il libro nero dell’agricoltura non è un testo da leggere distrattamente la sera prima di coricarsi; piuttosto è una fonte preziosa di informazioni da avere sempre a portata di mano per una consultazione veloce. L’excursus sull’evoluzione della normativa europea in ambito agricolo, i dati sulla perdita di terra coltivabile dovuta all’erosione e alla cementificazione, l’analisi sull’impatto dei concimi chimici sull’ambiente, sono tutti argomenti fondamentali per capire dove siamo oggi e come e perché ci siamo arrivati, e Davide Ciccarese offre al lettore un’esposizione assolutamente esaustiva senza diventare eccessivamente pesante.